        Venerd&igrave; 29 giugno 1984, quando si present&ograve; in pista per le qualifiche del GP Olanda classe 125, Maurizio Vitali s&rsquo;era ripromesso una cosa: evitare a tutti i costi di fare la pole. Cos&igrave;, pensava, avrebbe verificato se la maledizione di cui si sentiva vittima era realt&agrave; o fantasia. Durante quella stagione era partito al palo gi&agrave; in tre occasioni, finendo sempre nei guai, per un motivo o per l&rsquo;altro. L&rsquo;obiettivo, poi riuscito, era la prima fila ma senza aver siglato il miglior crono, per capire se cos&igrave; la sfortuna l&rsquo;avrebbe ignorato. Il giorno della gara, dopo le schermaglie iniziali, la strategia sembrava funzionare: il romagnolo, 27 anni, guidava la corsa e gli veniva tutto facile. L&rsquo;indicatore della temperatura dell&rsquo;acqua, sullo zero, non lo preoccupava: si sar&agrave; rotto lo strumento, pens&ograve;. Invece, funzionava eccome. Era al massimo, non al minimo: il calore aveva fatto fare il giro alla lancetta! Il bicilindrico due tempi della sua MBA alz&ograve; bandiera bianca, smentendo la tesi della pole stregata e confermando una teoria pi&ugrave; datata: quando la vittoria sembrava l&igrave;, a un passo, ne succedeva sempre una. Il caso pi&ugrave; eclatante un paio d&rsquo;anni prima a Misano, con una rottura a meno di un giro dalla bandiera a scacchi mentre si preparava per un finale di fuoco contro nientemeno che il futuro 12+1 volte campione del Mondo Angel Nieto. In qualche modo ai forfeit tecnici Vitali impar&ograve; a farci l&rsquo;abitudine, mentre le luci della ribalta non l&rsquo;hanno mai visto a suo agio. Nel 1983 a Imola, circondato da tifosi e curiosi dopo il primo successo nel Motomondiale, ignor&ograve; tutti e rientr&ograve; a casa senza tante cerimonie. Di vittorie ne colse due, ma potevano essere di pi&ugrave;. Innamorato della guida ma poco attratto dall&rsquo;aspetto tecnico dei mezzi con cui ha corso, compens&ograve; con l&rsquo;istinto ci&ograve; che mancava sul fronte della conoscenza. Uno stile improntato sulla forza, che conobbe una svolta nel 1983 quando il romagnolo ricevette una rivelazione: in un contesto sacro, avrebbe visto un paio d&rsquo;angeli avvolti in un fascio di luce e ascoltato un coro di voci bianche. Si trovava invece a bordo pista durante un turno di prove della classe 500: furono Freddie Spencer e Kenny Roberts a &ldquo;confidargli&rdquo; il segreto.  Continua nella prossima pagina EWC, 8 Ore di Suzuka: Suzuki al via col team CN Challenge Maurizio Vitali si racconta  Cosa accadde?  &ldquo;A Jarama, ero in compagnia del mio futuro cognato, che voleva scattare qualche foto. C&rsquo;era una doppia curva a sinistra: i primi a passare frenarono tardi e forte, entrarono con la forcella schiacciata, abbastanza &lsquo;impiccati&rsquo;, poi via in accelerazione. A un certo punto, ecco Spencer e Roberts: toccarono i freni prima degli altri e con maggiore delicatezza. Cos&igrave; le moto si scomposero meno e quando andarono a piegare l&rsquo;assetto non era in crisi. Avevano molta pi&ugrave; velocit&agrave;, una cosa impressionante. Pi&ugrave; tardi, quando scesi in pista per il mio turno, replicai quel modo di guidare. Non fu una cosa elaborata mentalmente, era come se l&rsquo;avessi assorbita in modo naturale. Fui rapidissimo: feci la mia prima pole. Fu una svolta&rdquo;.  E in gara?  &ldquo;Andai in testa, ma il motore inizi&ograve; a calare. Eugenio Lazzarini mi riprese e mi super&ograve;. A quel punto, secondo le mie impressioni, rallent&ograve;. Forse voleva agevolare il rientro del suo compagno di squadra, Nieto, che correva in casa ed era attardato. In uscita da una curva stretta esit&ograve; nell&rsquo;aprire il gas. Nel giro successivo fece la stessa cosa e mi spazientii. Nella sinistra successiva, da quarta marcia, feci una manovra da matto: lo passai all&rsquo;esterno prendendomi un bel rischio, perch&eacute; oltre l&rsquo;asfalto c&rsquo;erano appena venti centimetri d&rsquo;erba e un guard-rail. In uscita allargai il gomito per scansarlo. Non ricordo se ci toccammo&rdquo;.  Eri uno aggressivo?  &ldquo;Se serviva, mi facevo rispettare. Gli equilibri si stabilivano cos&igrave;. Sempre in quella gara, poco dopo venni raggiunto da Nieto. Visto il mio motore, fiacco, mi affianc&ograve; sul rettilineo e inizi&ograve; a stringermi contro il muretto dei box. Tutt&rsquo;altro che intimorito, semmai arrabbiato perch&eacute; senza problemi tecnici forse avrei vinto con 20 secondi di vantaggio, praticamente gli lanciai la moto addosso. Lui se ne accorse in tempo e mi evit&ograve;&rdquo;. Come fin&igrave;?  &ldquo;Pensavo che una volta al parco chiuso ci saremmo messi le mani addosso. Che lui fosse arrabbiato. Invece, non mi disse nulla. Da quel giorno, non mi ha pi&ugrave; ostacolato&rdquo;.  L&rsquo;anno prima, a Misano, tu e Nieto avevate battagliato fino all&rsquo;ultimo giro.  &ldquo;Eravamo disposti a tutto. Per quanto mi riguarda, anche a combinare dei danni. Come da copione, il mio bicilindrico cal&ograve; e sul dritto ero penalizzato. Nonostante tutto, nel giro decisivo ero davanti: prevedevo un attacco di Nieto all&rsquo;ultima curva, ma non ci arrivai, perch&eacute; la moto mi moll&ograve; prima. Colpa di una vite larga tre millimetri e lunga 1,5&rdquo;. Lo spagnolo, tagliato il traguardo da vincitore, si ferm&ograve; a bordo pista e venne caricato su un&rsquo;ambulanza: era acciaccato, reduce da una caduta la settimana prima mentre correva con una Honda 500. Fu Nieto il tuo rivale pi&ugrave; tosto?  &ldquo;S&igrave;, senza dubbio. Veloce, grintoso, intelligente, ambizioso, determinatissimo. Anche generoso. Penso all&rsquo;ultima gara del 1984. Anche se aveva gi&agrave; vinto il titolo della 125, corse al Mugello perch&eacute; la Garelli, per la quale era ufficiale, voleva monopolizzare il podio. Oltre a lui e Lazzarini, schierava Fausto Gresini. Ero il pi&ugrave; veloce, ma Nieto ci prov&ograve; comunque. Poteva accontentarsi, invece cadde e si fece pure male&rdquo;.  Quella fu la tua seconda vittoria nel Motomondiale, la prima era arrivata un anno prima a Imola: un&rsquo;emozione particolare?  &ldquo;Nemmeno tanto. Finita la corsa, attorno alla mia tenda si radun&ograve; un sacco di gente. Ma io non vedevo l&rsquo;ora che se ne andassero via tutti. Praticamente li ignorai, continuando a sistemare la mia roba. Raccolsi la tenda canadese, caricai tutto sul furgone e me ne andai. Non mi interessava apparire, anzi, ero piuttosto solitario, nel paddock. Pensavo a correre e basta. Nemmeno vincere era una priorit&agrave;. Una volta fui contentissimo per un 10&deg; posto dopo una bagarre esaltante&rdquo;.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Vitali: l'intervista  Nel 1984, l&rsquo;avvio fu notevole: sempre in pole nei primi tre GP.  &ldquo;A Misano in gara chiusi secondo, in Spagna e Germania mi ritirai. A quel punto iniziai a pensare che finire primo nelle qualifiche portava male. Due GP pi&ugrave; tardi, in Olanda, evitai apposta di fare la pole: siglavo il primo tempo provvisorio, tornavo ai box e rientravo soltanto quando dal monitor notavo che ero sceso in seconda fila. In quel periodo ero in stato di grazia, giravo forte e mi veniva facile. Stavo ancora sfruttando il segreto rubato a Roberts e Spencer&rdquo;.  Come and&ograve; in gara ad Assen?  &ldquo;Ero davanti, quando vidi che la temperatura era a zero. Pensavo si fosse guastato l&rsquo;indicatore, invece era alle stelle! Colpa di un tubicino del radiatore, che mi lasci&ograve; senza acqua, cottura completa. Doppia beffa: oltre a veder evaporare una possibile vittoria, dovetti mettere mano al portafogli per pagare i danni&rdquo;.  Come gestivi i fondi?  &ldquo;Mi compravo la moto e ci andavo a correre. La assemblavo io stesso, anche se di tecnica ne masticavo poco. Mentre gli altri giocavano con la carburazione, io non cambiavo nemmeno i getti del massimo. Dell&rsquo;Orto 160, lo ricordo ancora. Feci tutta la stagione con quelli. A un certo punto mi sponsorizz&ograve; un marchio di birra, Stella Artois. L&rsquo;importatore era di Bellaria come me e un giorno mi chiese di stilare un budget. Dopo averlo messo su carta, preoccupato da somme che mi sembravano troppo alte, iniziai a tagliare qua e l&agrave;. Quando gli presentai la cifra, mi disse: &lsquo;Dove vuoi andare con questi? Sono pochi!&rsquo;. Mi diede di pi&ugrave;, ma alla fine non bastavano comunque&rdquo;.  Nel 1985 eri in 250 da ufficiale Garelli, compagno di squadra di Nieto.  &ldquo;Lui aveva un motore pi&ugrave; spinto del mio, veloce ma anche pi&ugrave; cattivo e difficile. Angel era a fine carriera, all&rsquo;anagrafe aveva dieci anni pi&ugrave; di me che ne avevo 28, aveva meno motivazioni. Non si qualificava nemmeno. La domenica diceva al team di montare il suo bicilindrico sulla mia moto. In gara poi, mi ci voleva qualche giro per adattarmi all&rsquo;erogazione. La Garelli era ben messa come cavalli, ma si rompeva. La ciclistica era nata gi&agrave; vecchia: lunga d&rsquo;interasse, era bassa e con poca escursione nelle sospensioni, l&rsquo;angolo del cannotto di sterzo troppo aperto. Nel guidarla, sembrava di dover spostare un camion&rdquo;.  Con te la Garelli 250 venne sviluppata?  &ldquo;Non grazie al mio contributo. Non fui molto utile perch&eacute; non riuscivo a dare indicazioni. Faceva parte del mio modo di essere e di guidare: se non giravo abbastanza forte, ci mettevo pi&ugrave; cattiveria. Non cercavo di capire e sistemare&rdquo;.  Hai mai cambiato approccio, da questo punto di vista?  &ldquo;No. Nel 1986 in Svezia ottenni il miglior piazzamento in 250, un quarto posto in condizioni miste. L&igrave; la Garelli andava bene perch&eacute; le curve sopraelevate ne valorizzavano la stabilit&agrave; e c&rsquo;erano pochi punti in cui serviva maneggevolezza. Poi andammo a Misano, dove pensavo di volare. Invece, nelle prove ero lento. Rientrato ai box buttai l&igrave; una proposta senza troppe basi: chiesi di allungare i rapporti, una corona con tre denti in pi&ugrave;. Funzion&ograve;: conquistai la prima fila. Ma fu una botta di c&hellip; E comunque in gara mi ritirai dopo qualche giro per un problema tecnico. Tanto per cambiare&rdquo;.  Rimpianti?  &ldquo;In 250 a un certo punto emerse la possibilit&agrave; di andare in Yamaha. Avevo ricevuto un&rsquo;offerta da Giacomo Agostini, ma poi i giapponesi imposero un pilota del Sol Levante e sfum&ograve; tutto. Avevo anche offerte da Honda, che scartai, e Aprilia. Andai a Noale e mi presi una settimana per riflettere. Pensai: loro hanno Loris Reggiani, non &egrave; pi&ugrave; bello se io resto alla Garelli, un altro italiano su moto italiana, e vediamo cosa succede? C&rsquo;era pi&ugrave; poesia. Per la mia carriera fu uno sbaglio. E l&rsquo;ho pagato&rdquo;.        

"Vinsi due gare in carriera: poche se penso ai numerosi guai meccanici, ma tante se rifletto sui mezzi a disposizione e sulla mia conoscenza tecnica, non certo infnita"

Maurizio Vitali: "Scelsi la Garelli. C'era più poesia, ma pagai quella scelta"

        La Moto3 ha aperto le danze della domenica di gare di Austin, mettendo in scena non la consueta canonica gara della piccola cilindrata, dal momento che ha avuto in sei protagonisti assoluti i piloti in grado di selezionare subito il "solito" gruppone. Una corsa dall'altissimo livello tecnico come dimostrato dal passo gara mantenuto (quasi sempre in linea) dai primi e dal nuovo record della pista a firma Matteo Bertelle, primo pilota della storia a girare sotto il 2 e 13 ad Austin. Alla fine, a tagliare per primo il traguardo &egrave; stato Jos&egrave; Antonio Rueda, impeccabile nella gestione della corsa e abile a prendere la fuga appena dopo la prima parte di gara.&nbsp;  Matteo Bertelle al primo podio di carriera Lo spagnolo conquista cos&igrave; il secondo successo stagionale, nonch&eacute; il terzo in carriera e consolida la leadership in classifica davanti a Piqueras. Podio completato dal team Level-Up MTA con Joel Kelso, secondo, e Matteo Bertelle, per lunghi tratti di corsa il pi&ugrave; veloce del gruppo di testa e protagonsita del suo primo podio di carriera; l'italiano si conferma il riferimento tra i piloti "azzurri" in Moto3, dopo le pole position realizzate in Thailandia e Argentina. Ai piedi del podio Angel Piqueras, abile ad avere la meglio su Maximo Quiles al termine di un intenso duello. Alvaro Carpe chiude in sesta casella alle spalle dei due connazionali e precede Dennis Foggia, settimo ma a 21 secondi di ritardo dal vincitore, a dimostrazione della grande differenza imposta in primis da Rueda. Ottava posizione finale per Adrian Cruces, davanti a Taiyo Furusato, Cormac Buchanan e Guido Pini, undicesimo ma protagonista di una buona gara. Pi&ugrave; indietro l'ultimo italiano a traguardo, ovvero Nicola Carraro, quindicesimo, mentre Luca Lunetta, Stefano Nepa e Riccardo Rossi sono costretti a tornare dal Texas con un "zero" in tabellino. Gara enetpulse src=https://widget.enetscores.com/FWA3A1059A0D027493/ev/4647335/limit/39/lng/it MotoGP Austin, Marc Marquez: "Quando l'ho persa, ho detto 'gas!'"       

Lo spagnolo impone un ritmo impressionante e consolida la leadership in classifica. Splendida prova per l'italiano, alle spalle di Kelso

Moto3 Gara GP Austin: secondo successo per Rueda, primo podio per Bertelle

        Marc Marquez ha vinto la Sprint della MotoGP ad Austin, ma ha rischiato di terminare la sua gara breve prima del previsto. Il ducatista, ancora a punteggio pieno in campionato grazie a cinque successi in altrettante partenze, ha infatti rischiato un pauroso high side nel corso del primo giro. Fortunatamente tutto &egrave; andato per il verso giusto, ma il salvataggio del #93 &egrave; stato talmente impressionante da rimanere negli occhi dei piloti che lo seguivano da vicino, ovvero Alex Marquez e Pecco Bagnaia.  Continua nella prossima pagina SBK Portimao, Razgatlioglu beffa Bulega anche in SP Race &nbsp; Marc Marquez: lo scambio con Alex e Bagnaia  I tre sono stati infatti di un breve scambio di battute (in italiano) prima del podio Sprint, ripreso dalle telecamere Dorna. Marc Marquez: &ldquo;Volevo spingere da subito, ma la gomma non era pronta e la pista nemmeno&rdquo;.&nbsp; Pecco Bagnaia: &ldquo;Non so come hai fatto a salvarla&rdquo; Marc Marquez:&nbsp;&ldquo;Quando mi &egrave; partita, mi sono detto &lsquo;gas!'". Alex Marquez: &ldquo;Quando succedono queste cose tutti i piloti chiudono il gas, Marc invece fa il contrario&rdquo;. Marc Marquez:&nbsp;&ldquo;No, poi ho chiuso&rdquo;. Pecco Bagnaia: &ldquo;Come nel flat track. Quando la moto ti sta per lanciare in aria, acceleri per cercare di raddrizzarla&rdquo;.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da MotoGP&trade; (@motogp)            

Parlando col fratello Alex e Pecco Bagnaia, il #93 ha commentato la caduta sventata in avvio della Sprint

MotoGP Austin, Marc Marquez: "Quando l'ho persa, ho detto 'gas!'"

        Terza medaglia d&rsquo;argento consecutiva nelle Sprint per Alex Marquez che, a differenza dell&rsquo;Argentina non ha avuto modo di battagliare con il fratello Marc ma ha vissuto da spettatore lo spettacolo del primo giro tra lo stesso Marc e Bagnaia.&nbsp; &ldquo;Ero spettatore dello spettacolo del primo giro &ndash; commenta Alex Marquez &ndash; poi in curva 16 dovevo fare qualcosa, cos&igrave; ho fatto la mia mossa su Bagnaia, Pecco alla 18 ha difeso la sua posizione, siamo andati larghi tutti e due e Marc ci ha ripassati. E&rsquo; stato un bel primo giro. Tutti abbiamo cercato di capire la situazione e le condizioni, dal primo giro era tutto strano e difficile da capire; al secondo giro in curva 7 Marc quasi cade. Ho cercato di correre fluido e senza fare errori. Vedremo domani.&rdquo;&nbsp; Alex Marquez tra gli ultimi giri di gara, la gestione gara di Marc e il diverso stile di guida  Nell&rsquo;ultima fase della Sprint il minore dei fratelli Marquez ha spinto non tanto per rientrare su Marc ma per proteggersi dal rientro di Bagnaia. &ldquo;Stavo cercando di spingere per controllare il gap su Pecco. Nei primi giri ho preso quel secondo e mezzo che ho mantenuto per tutta la gara. Ho spinto, poi ho rallentato, per poi spingere ancora, ho visto che Marc ha fatto lo stesso. Mi sono avvicinato a lui una volta ma poi ho visto che stava giocando. Ha spinto ancora e si &egrave; staccato, ho cercato solo di fare una gara solida e non fare errori.&rdquo; Parlando di Marc dice: &ldquo;In alcuni giri Marc ha spinto al 100% ma non in tutta la gara. Aveva del margine in frenata, ma qui &egrave; facile fare errori. Non sapevo quanto ne avesse ancora, delle volte &egrave; meglio perdere un decimo piuttosto che perderne pi&ugrave; di 5. E&rsquo; un compromesso che va controllato, penso che oggi Marc avesse 2-3 decimi in pi&ugrave; di passo.&rdquo; Sullo stile di guida spiega: &ldquo;Marc &egrave; fortissimo nelle curve a sinistra, io invece in quelle a destra. Sto cercando di migliorare nelle curve a sinistra come in Argentina ma in un punto ho perso confidenza dopo che Marc &egrave; quasi caduto. Mi devo controllare e cercare di dimenticare. Devo fare semplicemente le mie linee come in qualifica che ero molto veloce. Ho molta confidenza nelle curve a destra, riesco ad andare bene a sinistra quando ho il gas in mano."       

&ldquo;Mi sento molto forte nelle curve a destra, sto migliorando in quelle a sinistra come in Argentina&rdquo; commenta il minore dei fratelli Marquez dopo il secondo posto nella Sprint texana

GP Americhe, Alex Marquez: “Marc ha spinto al 100% solo in alcuni giri”

        Non &egrave; stato senza dubbio il sabato che si aspettava Alvaro Bautista, trascinato nella ghiaia da Scott Redding solo sole quattro curve di Gara1. Il due volte iridato SBK accusa l&rsquo;inglese di non prestare attenzione agli altri piloti.  SBK Portimao, Razgatlioglu: &ldquo;Ducati ha un grande vantaggio in alcune aree della pista&rdquo; Bautista: &ldquo;Che rispetti almeno gli ufficiali&rdquo; Come stai Alvaro e cosa &egrave; successo al via? &ldquo;Sto bene fisicamente, quando ho cambiato direzione per entrare in curva 4 ho visto diversi piloti lottare cos&igrave; ho chiuso il gas e sono andato alla corda sulla linea normale, ma quando ho impostato la curva sono stato colpito. Scott mi ha colpito, non ho parlato con lui e non voglio parlarci&rdquo;. Avendo visto il ritmo gara di Toprak e Bulega avresti potuto stare con loro? &ldquo;La Superpole non &egrave; andata male se pensiamo che anche nel 2023 ero quinto in qualifica, non &egrave; delle mie piste preferite in qualifica. Ero abbastanza tranquillo sul passo gara e guardando la gara avrei potuto tenere quel ritmo, il punto era in quanto tempo potevo recuperare ma anche Toprak era vicino a me nelle prime curve quindi credo che oggi avrei potuto lottare per il podio ma le gare sono cos&igrave;. Domani &egrave; un altro giorno, oggi avevo un bel feeling e spero che domani sia uguale e che potremo lottare per il podio&rdquo;. Che cosa &egrave; successo di preciso? &ldquo;Non lo so, ho solo sentito l&rsquo;impatto. Lui mi ha colpito da dietro e non so se &egrave; caduto e poi mi ha colpito o mi ha toccato e siamo caduti. Io ero gi&agrave; in curva e ho sentito qualcuno venirmi addosso&rdquo;. Un altro episodio delle storie tese tra voi due&hellip; &ldquo;Quando cadi se non hai colpe vai a lamentarti con l&rsquo;altro pilota invece lui non &egrave; venuto a urlarmi niente dopo la caduta mi ha chiesto scusa e chiesto se stavo bene. Sono il pilota ufficiale e dovrebbe stare pi&ugrave; attendo, prestare attenzione ai piloti che usano la sua stessa moto ed a maggior ragione a chi rappresenta il team ufficiale&rdquo;.  SBK Portimao, Bulega: "Non &egrave; stata una Ducati Cup! Ero l'unico ducatista sul podio"       

La gara dello spagnolo &egrave; durata appena quattro curve pria di finire a terra con l&rsquo;inglese alimentando ulteriormente le polemiche tra i due

SBK Portimao, Bautista: “Redding dovrebbe rispettare almeno le altre Ducati”

        Poche centinaia di metri. Quanto &egrave; durata la gara di Scott Redding ed Alvaro Bautista, protagonisti di un contatto che li ha visti terminare entrambi la gara anzitempo, accusandosi poi a vicenda. &ldquo;Non so cosa dire &ndash; esordisce Redding riferendosi all'incidente e a Bautista &ndash; non l&rsquo;ho nemmeno visto venire da me a dirmi se l&rsquo;ha o meno fatto apposta. Ho pensato che qualcuno da sinistra mi stesse spingendo perch&eacute; ho sentito il posteriore girarsi, ho provato a tenere la moto ma non c&rsquo;era verso. Ho pensato anche che qualcuno mi avesse spinto da dietro ma ero da solo nella ghiaia, poi ho visto Bautista e mi sono detto &ldquo;che cosa &egrave; successo&rdquo; credendo che fosse un altro incidente o magari &egrave; stato lui a colpirmi facendo finire la gara ad entrambi. Non sono stato io a cadere e portalo &ldquo;con me&rdquo; in ghiaia.&rdquo;&nbsp; Poi aggiunge: &ldquo;Sorpreso e confuso da quello che &egrave; successo. Ho rivisto quello che &egrave; successo grazie alla telecamera onboard di Bautista. Ero davanti a lui in curva 3, a centro curva davanti a Remy Gardner. Il mio piano era quello di stare alla larga e proteggere la mia traiettoria a sinistra, mi stavo preparando per fare la 5. Non potevo vedere Bautista, dall&rsquo;onboard si vede che Alvaro ha cercato di tagliare per l&rsquo;uscita ed &egrave; successo quello che &egrave; successo perch&eacute; ero davanti a lui. Come potevo vederlo? Penso che lui mi abbia visto perch&eacute; gli ero davanti, quando ha cambiato direzione penso che mi abbia visto a sinistra. Credo che lui abbia pensato di mettermi la ruota davanti e chiudere il gas. L&rsquo;ultima cosa che mi sarei aspettato &egrave; vedere qualcuno dall&rsquo;esterno. Non sono arrabbiato ma non capisco perch&eacute; lui abbia pensato che io l&rsquo;abbia fatto apposta. Ero davanti, cosa avrei dovuto fare? Mettere degli specchietti per lasciarlo passare? Non accadr&agrave;. Peccato perch&eacute; ero partito bene e poi gi&ugrave; alla 4. Non mi lamenter&ograve; a mezzo stampa dell&rsquo;accaduto.&rdquo; Redding e la frecciata a Bautista  Per quanto Scott negli anni passati abbia preso di mira Alvaro per la questione del peso, dopo l&rsquo;incidente di oggi l&rsquo;inglese ne ha ben d&rsquo;onde per lanciargli un&rsquo;altra frecciata. &ldquo;Quante volte &egrave; successo che Bautista sia andato da un altro pilota per chiedergli scusa? Non sono cavolate, sappiamo che non abbiamo un bel rapporto. A Phillip Island mi ha battuto e ci siamo stretti la mano, ma queste cose non devono succedere. Non &egrave; questione che io vada da lui o che sia lui a venire da me, &egrave; una cosa reciproca almeno per me. Non ho capito quello che &egrave; successo, ovviamente come sempre &egrave; colpa mia. Vorrei avere dagli steward il filmato da una diversa angolazione e sentire cosa hanno da dire. Non &egrave; nient&rsquo;altro che un capriccio da bambini.&rdquo;       

&ldquo;Sorpreso e confuso da quanto &egrave; successo&rdquo; dice l&rsquo;inglese di Bonovo MGM Ducati al termine di Gara 1 conclusa anzitempo per il contatto con Alvaro

SBK Portimao, Redding: “Per Bautista non è mai colpa sua”

        Venerd&igrave; dai due volti per Toprak Razgatlioglu che nel pomeriggio si mette alle spalle i problemi del primo turno e rifila tre decimi a Bulega chiudendo in testa la prima giornata portoghese &ldquo;Non sono al 100% - esordisce Razgatlioglu &ndash; e non sono nemmeno contento perch&eacute; nei test era pi&ugrave; fresco, c&rsquo;era pi&ugrave; grip e riuscivo a fermare meglio la moto. Nelle FP2 sono riuscito a migliorare la moto, ho provato due diverse gomme per capire quale usare, ho fatto 10 giri. La nuova gomma mi piace, l&rsquo;unico problema &egrave; che ora devo cambiare il set up perch&eacute; con l&rsquo;altra gomma il feeling sulla moto era diverso e devo migliorare su questo, oltre al freno motore perch&eacute; con il caldo la moto cambia.&rdquo; Razgatlioglu e i problemi in FP1  Il turco ha trascorso praticamente tutto il turno della mattina fermo ai box per un problema alla sua BMW che non gli ha permesso di far segnare un crono valido. &ldquo;E&rsquo; stato un problema di elettronica, arrivando alla prima curva, ho frenato e nello scalare la marcia ho sentito bloccare la ruota posteriore, sono andato largo e nel toccare il gas ho sentito un bloccaggio. Sono tornato ai box, i meccanici hanno sistemato qualcosa e sono tornato in pista ma aprendo il gas ho sentito qualcosa di strano con la connessione dell&rsquo;acceleratore elettronico. Siamo stati fortunati, sono rientrato in pista per le FP2.&rdquo; Poi aggiunge: &ldquo;Non era lo stesso problema dell&rsquo;Australia, l&igrave; per sbaglio &egrave; stata inserita la mappa da bagnato. Qui ho sentito qualcosa di strano con la connessione dell&rsquo;acceleratore. Come ho detto prima, mi piace questa pista ma l&rsquo;unico problema &egrave; quando fa molto caldo. Mi sento bene, dobbiamo migliorare alcune aree e poi sar&ograve; contento. Non sono totalmente contento adesso nonostante abbia avuto un buon passo e sia uscito un bel tempo, penso di averne ancora di pi&ugrave;.&rdquo; Le prospettive per il weekend secondo Razgatlioglu e la situazione attuale del campionato  Mancano ancora i turni di domani (FP3, Superpole e Gara-1) ma vedendo i tempi si pu&ograve; pensare finalmente ad un duello in pista Razgatlioglu-Bulega per la vittoria almeno al sabato. &ldquo;Penso di poter lottare con le Ducati. Non ho visto i passi degli altri, mi sono concentrato sul mio ma domani vedremo. Domani mattina mi concentro sulle FP3 perch&eacute; dobbiamo migliorare qualcosa, se ci riusciamo sono pronto per la gara. Il mio passo &egrave; molto forte, se riusciamo a migliorare la moto posso andare pi&ugrave; veloce, in alcune curve vado molto largo ed il freno motore non aiuta, non abbiamo fatto in tempo a cambiare il set up nelle FP2 e ho solo provato la simulazione di gara.&rdquo; Poi aggiunge: &ldquo;Bulega &egrave; molto veloce e forte ma non so quali piloti lotteranno per il podio. Spero di lottare con lui come ad Estoril. Mi ha sorpreso vedere che la sua SCQ non calava in Superpole Race e c&rsquo;&egrave; stata una piccola battaglia negli ultimi giri.&rdquo; Sulla situazione attuale del campionato dice: &ldquo;Siamo come sulle montagne russe, se alcuni piloti spingono al 100% riescono ad andare molto forte. Questa pista mi &egrave; sempre piaciuta e ho battagliato duramente con le Ducati quando ero in Yamaha, con la BMW mi sento bene. Non so cosa sia successo in queste sessioni ai piloti delle altre case, secondo me con il caldo &egrave; difficile per tutti. Ducati con il caldo funziona molto bene, me ne sono accorto gi&agrave; anni fa. Con la BMW non ho lo stesso feeling dei test, &egrave; normale ma me lo aspettavo. Con il caldo la moto non funziona come nei test. Spero che gli altri possano migliorare e ci siano pi&ugrave; costruttori davanti a lottare perch&eacute; chi ci guarda vuole vedere azione in pista.&rdquo;       

&ldquo;In Australia &egrave; stata inserita per errore la mappa da bagnato, qui ho avuto un problema all&rsquo;acceleratore elettronico&rdquo; dice il turco di BMW dopo il primo tempo al termine delle FP2

SBK Portimao, Razgatlioglu: “Spero ci sia battaglia tra più case domani”

        Che il team ufficiale Honda sia ancora impegnato a cucire il gap che separa la supersportiva della Casa giapponese rispetto alla concorrenza (in particolare Ducati e BMW) non &egrave; certo una sorpresa, ma ad HRC va dato atto che l'impegno non &egrave; mai mancato. A dimostrazione di ci&ograve; ci sono gli scorsi test del mondiale Superbike disputati all'Autodromo Internacional do Algarve di Portimao (qui il report), dove pur avendo dovuto fare a meno di Iker Lecuona, ancora alle prese con il recupero dall'infortunio rimediato a Phillip Island, sono stati ben quattro i piloti impegnati nello sviluppo della CBR1000RR-R tra squadra ufficiale e Test Team. Chiaramente il pilota di punta &egrave; stato il titolare Xavi Vierge, il quale &egrave; stato in grado di girare in 1'41''260 chiudendo la due giorni portoghese al dodicesimo posto con ben 83 giri all'attivo. Oltre all'iberico, per&ograve;, sono scesi in pista anche il giapponese Tetsuta Nagashima, collaudatore ufficiale HRC, il vice campione spagnolo SBK Borja Gomez ed il campione 2023 del BSB Tommy Bridewell, tutti con il comune obiettivo di raccogliere quanti pi&ugrave; dato possibile in vista del weekend di gara che si svolger&agrave; sul medesimo tracciato il 28-30 marzo. Difficile aspettarsi una Honda particolarmente incisiva, ma non ci sarebbe da stupirsi nel vedere qualcosa in pi&ugrave; rispetto ai piazzamenti ai margini della Top 10 ottenuti in Australia.  Vierge: &ldquo;Dovevamo ritrovare il giusto feeling dopo Phillip Island&rdquo;  &ldquo;Avevamo davvero bisogno di questi due giorni di test, perch&eacute; dovevamo ritrovare il giusto feeling come nella preseason dopo un primo round a Phillip Island pi&ugrave; complicato del previsto&rdquo;, ha spiegato Xavi. &ldquo;Non abbiamo girato quanto avremmo voluto per via del meteo, ma abbiamo comunque percorso parecchi giri provando diverse soluzioni dal punto di vista dell'elettronica e modificando il setup per far risaltare i nostri punti di forza&rdquo;. &ldquo;Rispetto allo scorso anno abbiamo fatto qualche passo in avanti, specialmente con le basse temperature, e mi sono sentito meglio rispetto all'Australia&rdquo;, prosegue l'ex-Moto2. &ldquo;La frenata e la velocit&agrave; in curva non sono male, ma con il caldo spero non si ripresenti il nostro punto debole, ovvero la mancanza di feeling quando si spalanca il gas in accelerazione. Lavorando sull'elettronica sicuramente possiamo risolvere tutto e dobbiamo migliorare anche con la gomma da tempo, con cui mi trovo meno a mio agio rispetto a quella da gara. In ogni caso, era importante migliorarsi rispetto al primo round e ci siamo riusciti, perci&ograve; non vedo l'ora di affrontare il prossimo weekend di gara&rdquo;. Dalla Moto3 al TT: il team MLav al via con Browne e... Hutchinson!       

Oltre a Vierge, in Algarve hanno girato con la CBR anche Gomez, Bridewell e il collaudatore Nagashima. I tempi non gli hanno sorriso, ma c'&egrave; la volont&agrave; di tornare in alto

SBK, HRC ci crede: a “forza quattro” nei test di Portimao, ma i risultati...

Quattro su quattro. D&#39;obbligo e cominciare l&#39;articolo relativo alle pagelle MotoGP, per un Gran Premio di Argentina firmato ancora da Marc Marquez. E&#39; un numero 93 &quot;angelico&quot; a Termas de Rio Hondo: arrivando a 90 successi iridati, raggiunge Angel Nieto nella speciale classifica di tutti i tempi. Terzo a parimerito, dopo Valentino Rossi e Giacomo Agostini, citati in ordine crescente. Pecco Bagnaia, invece, non sta crescendo.  Gran Premio MotoGP di Argentina: Mar senza piet&agrave;, illude il fratello Alex, battendolo    MotoGP di Argentina: Alex Marquez anti... Marc  Marc Marquez - Voto 10 e lode&nbsp;  Eguaglia Angel Nieto a quota 90 successi iridati, grazie ad ali ricostruite a sforzi di volont&agrave; e una Desmosedici paradisiaca. E&rsquo; forse il miglior Marquez di sempre, maturato e capace di trasformare la sofferenza in forza. Un Marc cinematografico in Argentina, fuoriclasse acclamato dai tifosi del calcio: Maradona o Messi? MM93! ANGELICO  Alex Marquez - Voto 9&nbsp;  E&rsquo; stato illuso dal fratello maggiore a circa met&agrave; gara, quando gli ha concesso il sorpasso, ribadito molti giri pi&ugrave; avanti. Alex &egrave; fortissimo, potrebbe vincere presto, ma tra Buriram e Termas solo secondi posti. Mica poco per un pilota indipendente, egregiamente equipaggiato Ducati Desmosedici GP24. ILLUSO  Franco Morbidelli - Voto 8,5&nbsp;  Altro che Sprint di Misano 2024 e medagli di bronzo: questo terzo posto vale vero podio, per un gradino basso precedentemente calcato nel 2021 a Jerez e colorato Yamaha. In VR46 &egrave; a casa, e i tifosi brasiliani lo aspettano a Goiania l&rsquo;anno prossimo. VERO    Continua l&#39;articolo nella prossima pagina  &nbsp;  Bagnaia non c&#39;&egrave;: Termas MotoGP lo boccia   Pecco Bagnaia - Voto 5&nbsp;  Le prende due volte dai fratelli Marquez, viene battuto pure da Morbidelli, ma il box Ducati lo difende: parliamo del doppiamente campione del mondo, capace di restituire il titolo a Borgo Panigale. Appunto: sapr&agrave; fare tris? In questo momento la risposta &egrave; &quot;no&quot;, ma il mondiale &egrave; ancora lungo. DIFESO  Marco Bezzecchi - Voto 5&nbsp;  Prove di comunicazione radio interessanti tra il romagnolo e il box Aprilia nel corso delle prove, per frequenze ottime in qualifica e nella Sprint, interrotte dalla malcelata partenza in gara. La sintonia con la RS-GP c&rsquo;&egrave;, mancano i risultati. Devono arrivare gi&agrave; ad Austin. RADIOFONICO  Somkiat Chantra - Voto 4  Azione l&rsquo;abbassatore e spalanca il gas dove in pochi osano farlo. Coraggioso, ma infruttuoso. Assetto nervoso e ribelle, ma veloce, apparentemente. I cronometri dicono infatti il contrario: thailandese non pronto alla MotoGP, per quanto visto tra test e due Gran Premio completati. IN BASSO 

Marc fa cappotto e raggiunge Angel Nieto a quota 90 succesi iridati. Nessuno pu&ograve; fermarlo, nemmeno il fratello Alex, mentre Pecco &egrave; battuto pure da Morbidelli

GP Termas, pagelle: &quot;angelico&quot; Marquez sia lodato, Bagnaia ridimensionato

        Due piste per raccontare un pilota. Jarama, in Spagna, alle porte di Madrid. Poi Anderstorp, Svezia, 400 chilometri da Stoccolma. Fabio Biliotti ha vissuto momenti decisivi su quei tracciati. A partire dal 1984, quando si present&ograve; sul circuito iberico dolorante, per la clavicola rotta alla 200 Miglia di Imola cinque settimane prima, lo spirito ferito dalle critiche. In riva al Santerno gli era successo di tutto. Nelle prove, un grippaggio dietro l&rsquo;altro.  Continua nella prossima pagina MotoGP: Martin e la maledizione del numero 1 &nbsp; La carriera di Fabio Biliotti  In gara una caduta al primo giro, la sua Honda 500 trasformata in una palla da bowling che aveva fatto strike atterrando un altro pilota e la faccenda era finita a cazzotti, l&rsquo;osso rotto a complicare le cose. Erano spuntate anche delle perplessit&agrave;, con i reporter pi&ugrave; smaliziati pronti a mettere in dubbio le capacit&agrave; dell&rsquo;aretino: si meritava davvero un posto nel Motomondiale, dove avrebbe affrontato la sua seconda stagione a tempo pieno? La risposta di Biliotti, ai tempi 27 anni, arriv&ograve; proprio in Spagna un mesetto dopo, con una nona piazza dal sapore speciale. Partito indietro, sotto la ventesima casella, riusc&igrave; a inserirsi nel gruppo degli ufficiali con una moto privata, &ldquo;pagata un rene&rdquo; e gestita un po&rsquo; alla buona. Il risultato gli frutt&ograve; i primi due punti iridati della carriera. E arrivarono pure le scuse di chi aveva gettato ombre sulle sue capacit&agrave;. A Jarama il toscano &egrave; stato spesso ispirato: 12 mesi pi&ugrave; tardi un&rsquo;altra Top 10, replicata pure nell&rsquo;86. Nella stagione successiva, ad Anderstorp, un duello fino all&rsquo;ultimo giro con un pilota in sella a un missile (Tadahiko Taira con la Yamaha ufficiale), nel quale la spunt&ograve; con un sorpasso alla penultima curva, luogo di memorie amare: in passato, proprio in quel punto, era stato tamponato da un rivale in quella che indica come una delle sue gare pi&ugrave; promettenti. Svezia e Spagna, dunque, fra riscatti, imprese, sconfitte e sfortune. L&igrave;, come negli altri Paesi che hanno ospitato il Circus iridato, Biliotti ha inseguito il sogno mai avverato di un ingaggio da parte di un team pronto a dargli un mezzo ufficiale. &Egrave; andata in un altro modo, fra collette fatte al bar (per la prima moto), pullman rimessi in sesto (l&rsquo;hospitality di quei tempi), azzardi (con le gomme da asciutto sotto l&rsquo;acqua in Belgio) e avversari americani che filavano come razzi (Freddie Spencer ed Eddie Lawson), il toscano si mise in mostra e a un certo punto venne pure corteggiato da una squadra di alto livello. Per&ograve;, alla fine, non se ne fece niente. Continua nella prossima pagina &nbsp; Fabio Bilotti: l'intervista  Partiamo da Jarama: nel 1984, una delle tue gare migliori. &ldquo;Sarei potuto arrivare davanti a Barry Sheene e Reinhold Roth, quindi settimo, ma il dolore alla spalla mi rallent&ograve; nel finale. Venivo da una frattura rimediata alla 200 Miglia di Imola. L&igrave; ero partito molto carico, sulla scia della frustrazione accumulata durante le prove, nelle quali era andato tutto storto. Nella staccata delle Acque Minerali, in discesa, superai tre avversari. Davanti avevo Walter Migliorati, che fren&ograve; presto e tanto. Rischiavo di tamponarlo, cos&igrave; &ldquo;pinzai&rdquo; pi&ugrave; deciso. Mi si chiuse l&rsquo;anteriore e finii a terra. La mia moto lo travolse e lui non la prese affatto bene. Mentre ero a terra, con la clavicola rotta, inizi&ograve; a colpirmi sul casco. Un cazzotto, poi altri. Lasciamo perdere&rdquo;.  Eri in sella a una Honda tre cilindri privata.  &ldquo;Comprata l&rsquo;anno prima. Anzi, ne avevo prese due. Per la modica cifra di 105 milioni di Lire. Fu uno sbaglio, sarebbe stato meglio averne una sola e con tanti ricambi. Ma lo compresi dopo. Pensavo di dovermi presentare alla grande a livello d&rsquo;immagine, cos&igrave; mi ero comprato pure un pullman usatissimo dal Comune di Perugia, poi allestito con officina e zona notte. Fu un errore anche quello, perch&eacute; nel paddock pensarono che fossi l&igrave; perch&eacute; avevo i soldi&raquo;. Ti trovavi bene con quella moto? &laquo;No. Infatti nel 1983, la mia prima stagione a tempo pieno nel Motomondiale dopo la vittoria dell&rsquo;Europeo 500, raccolsi poco. L&rsquo;anteriore non dava fiducia e si cadeva spesso per chiusure davanti. Allora provammo a stravolgere le cose: passammo da una gomma da 16 a una da 18. Un miglioramento ci fu, ma non grande. La Michelin non forniva un pneumatico di quella misura, cos&igrave; usavamo soltanto il loro posteriore. Davanti avevo Dunlop. Era una soluzione un po&rsquo; alla buona. Si sperimentava&hellip;&raquo;. Le Honda ufficiali erano diverse?  &ldquo;Un altro mondo&rdquo;.  Torniamo in Spagna: nel 1986 contendesti l&rsquo;ottava piazza a Juan Garriga e alla sua Cagiva ufficiale.  &ldquo;All&rsquo;ultimo giro, quando mi infil&ograve; nel primo tratto della pista non mi preoccupai, perch&eacute; sapevo che avrei avuto la mia occasione in uscita dalla curva finale, dove ero superiore. Ma proprio quando stavo per affiancarlo, Garriga inizi&ograve; a &lsquo;zigzagare&rsquo;. Esageratamente. Dovetti chiudere il gas per due volte e gli finii dietro&rdquo;.  A proposito di volate: un anno pi&ugrave; tardi, in Svezia, la lotta con Taira, che guidava una Yamaha di quelle buone, affidata al team di Giacomo Agostini.  &ldquo;Lui mi sverniciava nel rettilineo, io mi rifacevo sotto nel misto e lo ripassavo. All&rsquo;ultimo giro decisi di restare nascosto fino alla penultima staccata. Lo infilai e gli arrivai davanti, dodicesimo. &Egrave; stato bello&rdquo;.  Ad Anderstorp anche qualche amarezza, per&ograve;. &ldquo;Nel 1985 stavo facendo una gara esagerata. Poi Gustav Reiner mi tampon&ograve; nella stessa frenata in cui avrei superato Taira due anni dopo. Finii nella via di fuga, che era una specie di stagno perch&eacute; alcune ore prima aveva piovuto. Caddi, mi rialzai, rientrai ai box e ripresi la gara con quattro giri di ritardo. Giravo bene. Fu un peccato&rdquo;.  Quell&rsquo;anno arriv&ograve; il riscatto a Imola dopo la caduta del 1984.  &ldquo;Nella 200 Miglia finii quarto dietro Lawson, Randy Mamola e Takazumi Katayama. Ero entrato a far parte del Team Italia, legato alla Federazione Motociclistica Italiana, che mi aveva dato un motore nuovo. Avere materiale fresco era importante. Dopo un po&rsquo; i freni iniziavano a vibrare, altri componenti si rovinavano o consumavano. Noi privati, spesso al limite con le finanze, ci arrangiavamo. Gli ufficiali invece cambiavano sempre tutto&rdquo;.  Hai mai avuto un assaggio delle moto &ldquo;buone&rdquo;?  &laquo;Una volta a Misano, quando il Team Gallina mi fece guidare una Suzuki nel turno di prove di un Gran Premio. Mi aspettavo un motore che andava come un missile, invece la differenza la trovai in un altro aspetto&rdquo;.  Quale?  &ldquo;Aveva pi&ugrave; coppia, un&rsquo;erogazione migliore. La potenza c&rsquo;era, ma in basso, non in alto. Le curve che con la mia Honda clienti affrontavo in seconda, con quella le facevo in terza. Mi sembr&ograve; pi&ugrave; facile. Anche se in un turno non &egrave; che ci si capisca troppo&rdquo;.  Era dura essere un privato?  &ldquo;Un caro amico diceva che se avessi espresso in un&rsquo;attivit&agrave; imprenditoriale l&rsquo;impegno che mettevo nelle corse, sarei diventato miliardario. Avevo i miei sponsor e quando serviva, anche se &egrave; successo raramente, cercavo di inventarmi qualcosa in pi&ugrave;. Per esempio, all&rsquo;epoca era uso comprare un appartamento con un compromesso fatto tra le parti, senza notaio. Su un prezzo concordato di 50 milioni, pensando si potesse vendere pi&ugrave; caro, magari davo un acconto di 5, prendevo tempo per l&rsquo;atto di vendita e nel frattempo trovavo un cliente che lo acquistava a 60. La moto con cui iniziai, a diciannove anni, la comprammo facendo una colletta al bar, fra amici. Costava due milioni e mezzo: una Suzuki Titan 500, per le gare in Salita&rdquo;.  Continua nella prossima pagina &nbsp; Fabio Biliotti: Potevo essere miliardario...  L&rsquo;inizio direttamente nella mezzo litro.  &ldquo;Come andare a scuola partendo dalle superiori e non dalle elementari. Infatti, di errori ne ho fatti parecchi. A un certo punto, per esempio, un collaboratore ed ex pilota mi sugger&igrave; di passare alla 250, nella quale i privati se la potevano giocare. Ma io, testardo, lo vedevo come un passo indietro. Dalla classe regina a quella di mezzo? No!&rdquo;.  Nel Mondiale 500 con il tuo pacchetto non potevi vincere, lo sapevi.  &ldquo;Il mio sogno era esprimermi con una moto ufficiale. Arrivare a ottenerla. Quando nel 1982 vinsi l&rsquo;Europeo, dietro di me arriv&ograve; un inglese al quale diedero subito una moto buona per l&rsquo;anno dopo. Era del Team Heron-Suzuki. Qualche contatto con loro lo ebbi anch&rsquo;io, in realt&agrave;. Ma pi&ugrave; avanti. Poi le cose non si concretizzarono&rdquo;. Azzardi?  &ldquo;A Spa-Francorchamps nel 1988, pista bagnata. Pensavo spuntasse il Sole e partii con le gomme da asciutto. Il meteo in effetti miglior&ograve;, ma poi venne gi&ugrave; acqua di nuovo. In quel periodo mica si tornava ai box per cambiare moto o pneumatici. Finii con le gomme da asciutto&rdquo;.  Fra i tuoi avversari, chi ti impressionava?  &ldquo;Lawson, per la guida. Una volta ad Anderstorp mi fermai a bordo pista per un problema e restai l&igrave; per un po&rsquo; come spettatore. Lui apriva il gas molto pi&ugrave; degli altri, la moto composta, tantissima efficacia. Spencer port&ograve; linee nuove, spigolava. Era pi&ugrave; lento a centro curva ma migliore in accelerazione. Oltre ai due americani, c&rsquo;era l&rsquo;australiano Wayne Gardner. Guidava veramente cattivo&rdquo;.  &Egrave; vero che hai provato una Formula 3?  &ldquo;A Donington, mi pare nel 1987. Era di un amico che faceva il campionato inglese. Non avevo mai guidato un&rsquo;auto a ruote scoperte. Girai pi&ugrave; forte di lui, a un paio di secondi dai tempi giusti. L&igrave; probabilmente iniziava il difficile&rdquo;.  Mai pensato di passare alle quattro ruote?  &ldquo;Costavano pi&ugrave; delle moto, quindi no!&rdquo;.        

"Ho sempre corso con il desiderio di salire su una moto uffciale: accadde soltanto in un turno di prove..."

Fabio Bilotti, una vita da privato | C'ho provato

        Non &egrave; stato un inizio di stagione facile per Fabio Di Giannantonio, sfortunato protagonista dapprima della&nbsp;frattura della clavicola sinistra riportata nei test di Sepang, e poi di un inizio Buriram complesso, concluso con il decimo posto in gara. Ci si aspetta molto dal pilota romano, protagonista di una crescita costante negli ultimi due anni; ai microfoni di Crash.net, Di Giannantonio ha analizzato i suoi punti di forza in vista di un 2025 in crescendo: "Sono bravo nella gestione delle gomme, lo sono sempre stato da quando sono arrivato in MotoGP, riesco a capire il punto di trazione, quindi ho una connessione davvero buona con il gas. Inoltre sono uno dei migliori in frenata ma, al contrario, quando non mi fido, perdo un po' di questa fiducia. A volte questo diventa un punto debole".  Contiuna l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Fabio Di Giannantonio: "Rossi mi ha gi&agrave; insegnato tanto" Di Giannantonio non ha mai nascosto la sua ammirazione per il suo team owner, volendo chiaramente e fortemente la sua presenza nei GP: "Rossi &egrave; un insegnante in modo naturale, quando passi del tempo con lui ti insegna tante cose, anche sulla vita, &egrave; molto simpatico. Se verr&agrave; di pi&ugrave; quest'anno ai GP avr&ograve; pi&ugrave; opportunit&agrave; di imparare, sarei felice e grato di averlo con noi, &egrave; una motivazione in pi&ugrave; per tutti". Infine, il tema si &egrave; spostato sulla competitivit&agrave; della sua Ducati: "La Ducati &egrave; molto costante, hanno sviluppato la moto in modo che non sia la pi&ugrave; forte in una singola area, ma sia la pi&ugrave; completa per ogni situazione e condizione. Ci sono stati periodi in cui la moto era la pi&ugrave; veloce in rettilineo, poi ci sono stati periodi in cui era la migliore nelle frenate o ancora, periodi in cui la moto gestiva meglio le gomme rispetto alle altre. Ad oggi Ducati &egrave; la moto pi&ugrave; completa del gruppo".  GP Argentina MotoGP 2025: orari e programmazione Sky e TV8 - Live       

Il pilota romano ha voluto elogiare la figura del nove volte iridato, sottolineando la sua importanza&nbsp;

MotoGP, Fabio Di Giannantonio: "Valentino Rossi è un insegnante naturale"

        Cinquantadue primavere fra poche settimane, 22 stagioni iridate complete, 328 presenze in griglia, 29 successi, 99 podi, 41 pole position, 32 giri veloci, doppio titolo 125 (con il record di precocit&agrave; nel 1990, a diciassette anni e mezzo), un alloro 250, gare vinte anche in 500 e MotoGP, dove ha scritto pagine di storia, portando per esempio la Ducati oggi vincitutto al primo successo. Affibbiare a Loris Capirossi l&rsquo;immagine di &ldquo;ex pilota&rdquo; sarebbe riduttivo e forse persino inappropriato, perch&eacute; spesso e volentieri torna in sella, dando gas a due mani. Impegnato in qualit&agrave; di rappresentante della sicurezza per Dorna, l&rsquo;imolese &egrave; un professionista che apprezza ancora entrare nei box e recarsi bordo pista. Il 2025 sta per cominciare, Capirex ci svela quanto ha visto nei test e a cosa potremo assistere quest&rsquo;anno: &laquo;avremo un campionato super interessante, in virt&ugrave; dei tanti cambiamenti registrati da squadre e piloti. Mi sono recato ai test di Sepang e ho visto quanto avvenuto in Thailandia, quindi rimarco un dato evidente: la squadra al top del momento &egrave; la Ducati ufficiale. La Desmosedici GP resta la moto da battere, peraltro nella dominante e confermata versione 2024. L&rsquo;esito della sfida sar&agrave; firmato da questa scuderia, ovviamente bisogner&agrave; vedere da chi.  Loris: "Chi commetter&agrave; meno errori riuscir&agrave; a fare la differenza" Esatto, da chi? Pecco Bagnaia o Marc Marquez? Come detto, il team &egrave; al top della serie. E i piloti altrettanto. Pecco e Marc sono grandissimi campioni dotati di un talento evidente. I due rossi Ducati sono partiti forte: Marquez in Malesia ha espresso un passo buono, poi in Thailandia &egrave; stato velocissimo. Bagnaia, che solitamente lavora sulla messa a punto nella necessit&agrave; di capire la moto, ha evitato l&rsquo;assalto al crono. Pecco, se non serve, non tira fuori il giro da &ldquo;matto&rdquo;. Ma quando arriva il Gran Premio, abbiamo a che fare con un uomo decisamente a suo agio anche in qualifica Chi vedi avvantaggiato? &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Chi commetter&agrave; meno errori riuscir&agrave; a determinare la differenza finale assieme alla Ducati. Eh, infatti: come sar&agrave; gestirli? Mica semplice, perch&eacute; entrambi ambiscono al medesimo risultato, ovvero vincere il Mondiale. Potrebbero esserci momenti di tensione in seno alla squadra, ma so anche quanto sia capace lo staff di Borgo Panigale nel gestire certe situazioni. Lo faranno al meglio, ma non sar&agrave; per niente facile L&rsquo;Aprilia che ruolo interpreter&agrave; quest&rsquo;anno? Con Jorge Martin e Marco Bezzecchi, Noale ha sganciato ottimi colpi di mercato. Martin ha portato il numero 1 in Aprilia, e vederlo girare con quella tabella &egrave; veramente figo. Purtroppo Jorge non &egrave; partito con il piede giusto, infortunandosi subito a Sepang, quindi &egrave; rimasto senza la possibilit&agrave; di conoscere a fondo la RS-GP. Invece &egrave; stato molto bravo Marco, che si &egrave; subito trovato bene con la squadra. L&rsquo;ho seguito attentamente in Malesia, gli ho anche parlato Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Quali impressioni hai ricavato dal Bez? La moto gli piace, infatti in Thailandia si &egrave; dimostrato veloce sia nel giro secco che, soprattutto, nel ritmo gara. L&rsquo;aria fresca portata in Aprilia e la raccolta dei dati giover&agrave; allo stesso Martin nel momento in cui torner&agrave; in azione sempre a Buriram, per il primo GP. La coppia &egrave; forte, lo spagnolo gode di maggiore esperienza rispetto al romagnolo, per&ograve; sia l&rsquo;uno che l&rsquo;altro potranno togliersi parecchie soddisfazioni, vincendo qualche Gran Premio Come vedi i piloti KTM nella difficile situazione di oggi? &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; La crisi finanziaria dell&rsquo;azienda ha creato tensione durante l&rsquo;inverno e rischia di generare una partenza difficile della stagione. Tuttavia, piloti e squadre sembrano in forma, confortati da alcune novit&agrave; tecniche realizzate per la RC16. Durante la pausa invernale il reparto corse ha lavorato, distaccandosi un po&rsquo; dalle noie economiche della Casa. Il quartetto &egrave; forte: Brad Binder e Pedro Acosta conoscono la moto, il sudafricano corre in arancione da anni, al pari lo spagnolo ha grandissimo talento e potr&agrave; ottenere ottimi risultati, anche se non al pari dei ducatisti. La Desmosedici rimane la moto da battere, per&ograve; Brad e Pedro potrebbero dire la loro e, perch&eacute; no, pure Enea Bastianini e Maverick Vi&ntilde;ales. Una volta trovata la quadra, anche il duo Tech 3 potr&agrave; arrivare al top, diamo loro il giusto tempo  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Le Case giapponesi si sono prese tempo, ma sembrano in grado di iniziare a risalire la china: come le vedi? Nel presente, Yamaha e Honda sono costrette a inseguire la concorrenza, ma hanno tanta voglia di tornare ai massimi livelli. Qualcosa comunque lo hanno gi&agrave; fatto: ho visto la Yamaha in crescita e una Honda in rispolvero, per M1 e RC213V pi&ugrave; competitive. Certo, due test non dicono la verit&agrave;, ma gli investimenti compiuti dalle Case sono testimoniati da soldi e risorse in campo per tornare presto in alto. Ed &egrave; un ennesimo dato positivo per la MotoGP La futura MotoGP &ldquo;ottoemmezzo&rdquo; pu&ograve; disincentivare chi insegue, che potrebbe concentrarsi sul futuro? Dipende. Allo stato di oggi, ci sono qualcosa come due stagioni complete da disputare con il regolamento tecnico attuale e la cilindrata 1000. La penso cos&igrave;: se entro un determinato periodo di tempo il gap dai migliori non verr&agrave; colmato, Iwata e Tokyo cominceranno a pensare alla futura 850. Se non arriveranno al livello di Ducati e Aprilia, credo che Yamaha e Honda si concentreranno totalmente sul prossimo progetto, che entrer&agrave; in vigore nel 2027. In ogni caso, vedo bene sia "tre diapason" che "Ala Dorata", un aspetto positivo per il campionato che, ripeto, ci far&agrave; divertire tantissimo Ci riproviamo, chi vince tra Marquez e Bagnaia? Lo dicevo prima: averli alle calcagna &egrave; dura&hellip;. Avere alle spalle uno dei due, Marc o Pecco che sia, &egrave; complicato: Marquez e Bagnaia non si tirano mai indietro. Entrambi ci hanno sempre provato, sempre ci provano e ci proveranno sempre. Indipendentemente da chi la spunter&agrave;, a vincere sar&agrave; lo spettacolo        

La Ducati ufficiale sar&agrave; il riferimento, ma non so pronosticare chi prevarr&agrave; tra Bagnaia e Marquez. Mi aspetto vittorie targate Aprilia, in particolare Bezzecchi &egrave; partito con il piede giusto. Ma attenzione alle Case giapponesi: vedo segnali di risalita salita

Esclusiva, Capirossi: "Honda e Yamaha si concentreranno presto sulla 850"

        Italia s&igrave;, Italia no al Gran Premio Moto3 di Thailandia. Buriram senza rappresentanti tricolori a podio, per&ograve; con un competitivo schieramento tricolore guidato dall'ottimo Stefano Nepa, secondo in qualifihca e quarto alla bandiera a scacchi domenicale. Il pilota abruzzese del team SIC58 Squadra Corse ha cominciato bene il 2025, stagione che lo chiama a fare anche meglio. Le carte sul tavolo ci sono. Marc Marquez e il prossimo obiettivo: portare il fratello Alex in Ducati ufficiale  Da KTM a Honda: Nepa veloce, frutto del lavoro col team&nbsp; Chi pensava che il passaggio da KTM a Honda potesse mettere in difficolt&agrave; Nepa, aveva ragione, ma in parte. Test preparativi inficiati da condizioni meteo sconsigliabili e poca azione hanno, effettivamente, scoraggiato il ventitreenne di Giulianova, dimostratosi per&ograve; reattivo non appena giunto in Thailandia. Dalla situazione delicata e da un approccio difficile visto nell'off season - prendeva due o tre secondi dai riferimenti assoluti - a essere il miglior azzurro della entry class: fondamentale &egrave; stato per lui modificare lo stile di guida. Dallo stop and go della RC250 GP con staccate aggressive e azioni "cattive" sul gas, al contrario della NS250 RW: frenate delicate, "gentilezza" nell'ingresso in curva e linee da binario. Il reset mentale non &egrave; cos&igrave; automatico, per&ograve; il lavoro condiviso assieme alla squadra ha trovato un compromesso tra caratteristiche della moto ed esigenze del numero 82.&nbsp;  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Paolo Simoncelli ne era ed e convinto: con la Honda Nepa c'&egrave; Gran Premio simile a un test per Stefano, tuttavia decisamente proficuo. Ogni run risultava migliorativa e assetti sempre diversi di turno in turno il lavoro: venerd&igrave; bene, sabato forte a soli 82 millesimi dalla pole position e promettente casella d'onore dello schieramento di partenza. Poi, l'arrivo della gara, situazione in cui qualcosa &egrave; mancato: caldo di 7 gradi in pi&ugrave; e 15 asfalto hanno completamente stravolto le condizioni. Nepa era davanti, ma la sicurezza &egrave; un po' calata. A due giri dal termine un mezzo lungo, con la moto non proprio tra le mani. Vano l'attacco ad Alvaro Carpe e Adrian Fernandez, per un distaccio di soli due decimi e comunque motivi per festeggiare grosso risultato, base sulla quale operare per fare anche di pi&ugrave;.  Continua l'articolo nella prossima pagina &nbsp; Nepa chiamato al passo decisivo: podio e oltre nel mirino Dall'Argentina a Valencia, il cammino iridato sar&agrave; lunghissimo. La differenza da mettere in pista &egrave; costituita da velocit&agrave;, esperienza e capacit&agrave; di adattamento. Nepa ne ha, e dovr&agrave; dimostrarlo. Il pilota ne &egrave; consapevole, infatti, aspettiamoci ulteriori passi avanti e attacchi alla top tre da parte di The Panther. Si era discusso su quanto fosse complicato cambiare moto per Stefano, capace di rispondere subito tra i cordoli, nel suo classico atteggiamento sorridente e propositivo. Adesso, e lo sa, il mondiale lo chiama ancora pi&ugrave; in alto, e lui dovr&agrave; rispondere previa costanza di rendimento e incisivit&agrave;. c       

Ottimo esordio con la Honda per il pilota SIC58 Squadra Corse, miglior italiano a Buriram. La stagione 2025 lo vuole tra i primi tre

Il podio si avvicina: Nepa chiamato al passo decisivo in Moto3

        Il primo weekend di gare &egrave; cominciato nel segno di Matteo Bertelle in Moto3, che dopo aver chiuso davanti a tutti il venerd&igrave;, si &egrave; ripetuto il sabato. Nella sessione decisiva delle qualifiche ha fermato il cronometro sull&rsquo;1&rsquo;40.400 conquistando cos&igrave; la sua prima pole position in carriera. Domani in vista del GP inaugurale ad attenderlo ci sar&agrave; dunque la casella numero 1 dello schieramento e accanto troveremo Stefano Nepa, per una doppietta italiana nelle qualifiche straordinaria. Il commento di Bertelle e Nepa sulle qualifiche  Il veneto, portacolori del team MTA, ha dichiarato: &ldquo;Per la mia prima pole devo ringraziare tutta la squadra per il lavoro che stiamo facendo. &Egrave; un risultato incredibile e sono molto contento. Voglio dedicarlo a una persona speciale all'interno del team, lui sa chi &egrave;. Domani ci attende una gara molto dura, con alte temperature e una gestione complicata delle gomme, ma partire davanti &egrave; un grande vantaggio. Grazie agli sponsor, agli amici e... gas a martello per la gara!&rdquo; L&rsquo;abruzzese della SIC58 Squadra Corse, alla guida per la prima volta nella sua carriera di una Honda, ha raccontato al parco chiuso: &ldquo;&Egrave; una sorpresa essere in prima fila. Continueremo cos&igrave; domani e speriamo di concludere al meglio il primo fine settimana del 2025. Sono felice per me e per il team&rdquo;.  Non solo Bertelle e Nepa  L&rsquo;inizio &egrave; certamente stato ottimo per loro due, ma anche per Luca Lunetta che troveremo sulla quinta casella dello schieramento. Lui che proprio l&rsquo;anno scorso riport&ograve; l&rsquo;Italia sul podio anche qui in Thailandia. A concludere la quarta fila e ad aprire la quinta ci saranno invece Riccardo Rossi e Dennis Foggia: il primo con il team Snipers per trovare costanza, il secondo con il team Aspar alla ricerca del miglior feeling.  GP Thailandia MotoGP 2025: orari e programmazione Sky e TV8 - live       

La prima pole position della Moto3 del 2025 parla italiano e l&rsquo;abruzzese completa una bella doppietta con grandi obiettivi in vista di domani

Moto3 Thailandia qualifiche: 1-2 italiano, Bertelle e Nepa pronti a completare il lavoro

        Poteva iniziare decisamente meglio la stagione di Marco Bezzecchi, all'alba della sua nuova avventura in Aprilia, soprattutto in considerazione degli ottimi risultati maturati nei test invernali. Costretto a rincorrere sin dal primo giro a causa di una partenza condizionata probabilmente dall'asfalto sporco che ne ha inficiato l'efficacia al via, Bezzecchi ha concluso al dodicesimo posto, terza Aprilia in pista alle spalle del sorprendente Ai Ogura, quarto al traguardo e di Raul Fernandez, undicesimo: "Purtroppo c'era la casella un p&ograve; sporca perci&ograve; ho subito sgommato e la moto si &egrave; girata velocemente verso sinistra, ho dovuto chiudere il gas per non cadere e ho perso tutte le posizioni. Dopodich&egrave; sono risalito bene ma &egrave; la solita storia di sempre, se non si riesce ad avere l'aria un p&ograve; fresca dopo un p&ograve; si riscaldano le gomme e si fatica". MotoGP Thailandia, Dall'Igna: "Pecco intelligente. Marc? Pu&ograve; fare pi&ugrave; differenza altrove..." Marco Bezzecchi: "Sar&agrave; importante vedere i dati di Ogura" Bezzecchi ha sottolineato l'importanza, nella gara lunga di domani, nel non ripetere gli errori odierni, sebbene in parte non derivati da colpe proprie: "Sar&agrave; importante partire bene domani, da quel momento in poi possono aprirsi molto scenari, possiamo fare bene, sar&agrave; utile anche analizzare i dati di Ogura, oggi &egrave; stato bravissimo ma non sono sorpreso. L'Aprilia parte bene, l'unico problema di oggi &egrave; stata la casella sporca". La scelta giusta dello pneumatico sar&agrave; la chiave per performare al meglio sulla distanza di gara: "Io personalmente non sono ancora sicuro riguardo alla gomma da scegliere, soprattutto al posteriore; sono orientato verso la dura, domani vedremo". Se nei test Bezzecchi e la moto di Noale si erano mostrari particolarmente a loro agio tanto da candidarsi ad antagonisti pi&ugrave; credibili per sfidare le Ducati, fino ad ora in questo week-end sono emersi alcuni problemi forse inaspettati: "Ogura &egrave; stato forte, sono contento perch&egrave; cos&igrave; possiamo guardare un p&ograve; di dati utili. Noi abbiamo avuti alcuni problemini, sarebbe stato meglio averli nei test piuttosto che oggi. Adesso cerchiamo di capire bene come fare per sistemare il tutto e arrivare pronti a domani, abbiamo il tempo per migliorare".  Moto2 Buriram: Gonzalez firma la prima pole dell'anno, secondo Vietti        

Esordio difficile e sottotono per il riminese che conclude al dodicesimo posto la prima gara Sprint dell'anno&nbsp;

MotoGP, Bezzecchi: "Avrei preferito avere tutti questi piccoli problemi nei test"

        Dopo la medaglia di legno colta sabato, Danilo Petrucci ha bagnato la domenica della SBK a Phillip Island con un terzo posto nella SP Race e una quinta piazza in Gara 2. &ldquo;Abbiamo portato a casa un buon bottino di punti e questo &egrave; importante&rdquo; ha dichiarato il ternano al termine delle ostilit&agrave;, felice per il podio colto nella manche corta &ndash; complici gli errori di Toprak Razgatlioglu e Alvaro Bautista &ndash; ma dispiaciuto per non aver bissato il medesimo risultato sulla lunga distanza.  Petrucci: podio in SP Race, 5&deg; in Gara 2  Danilo, qual &egrave; il bilancio del tuo weekend? &ldquo;Se dovessi darmi un voto, mi darei un 7. Anzi, direi 7+. Sabato non volevo commettere errori, domenica sono stato attendista e poi &egrave; arrivato Alvaro Bautista, proprio mentre stavo provando ad attaccare Scott Redding, e mi ha fatto un sorpasso un po&rsquo; bruttino in curva 1 perch&eacute; ho dovuto chiudere il gas in rettilineo. Poi &egrave; arrivato Toprak alla 4, mi ha toccato e l&igrave; ho perso ancora pi&ugrave; tempo. Un po&rsquo; come nella SP Race, dove per&ograve; ho approfittato degli errori di Razga e Bau. Essere arrabbiato per un quinto posto &egrave; un segnale positivo, ma vedere gli altri festeggiare sul podio te le fa girare. Adesso testa a Portimao, dove l&rsquo;anno scorso ho siglato due Top 3 e spero di fare altrettanto quest&rsquo;anno&rdquo;. Credi che a Portimao si vedranno i veri valori in campo? &ldquo;&Egrave; difficile capire la situazione di Toprak, lui &egrave; a un livello di guida eccezionale e ci mette sempre una grande pezza. Ma &egrave; anche vero che Bulega ha un anno in pi&ugrave; di esperienza, quindi Nicol&ograve; sar&agrave; un rivale duro per Razga. In Australia abbiamo visto solo gare sprint: mi sarebbe piaciuto disputare una &lsquo;vera&rsquo; gara lunga per capire la gestione della gomma. Per quanto mi riguarda, penso solo a migliorare il mio livello prestazionale&rdquo;. Come giudichi le prestazioni delle moto in pista? &ldquo;Sul rettilineo Alvaro &egrave; sempre pi&ugrave; veloce perch&eacute; &egrave; pi&ugrave; leggero ma riuscivo a passarlo, cos&igrave; come Redding e Lowes. Solo che la BMW &egrave; velocissima sul dritto, quindi toccher&agrave; rivalutarli quando troveranno la quadra&rdquo;. Ultima battuta sulla MotoGP. Chi vincer&agrave; in Indonesia? &ldquo;Io pronostico una doppietta Bagnaia-Bezzecchi, con Marquez terzo. Io tifo per gli italiani e Bez &egrave; un mio amico, a Marc darei 2-3 gare per imparare (sorride, ndr)&rdquo;.  SBK: Rea operato al piede, ma i tempi di recupero restano incerti       

Danilo ha centrato il podio in SP Race ma &egrave; dispiaciuto per non aver bissato il risultato in Gara 2, dove ha colto la quinta piazza

SBK Phillip Island, Petrucci: "Vedere gli altri festeggiare, te le fa girare"

        Vedendo come &egrave; andato questo primo scorcio di fine settimana australiano, si pu&ograve; dire che una bella pezza ce l&rsquo;ha messa Toprak Razgatlioglu che ha chiuso alle spalle di Bulega sia in Superpole che in gara-1, seppur distanziato di quasi 5&rdquo; al traguardo. &ldquo;Sono un pilota &ndash; esordisce Razgatlioglu &ndash; lotto sempre e non mollo mai. All&rsquo;inizio della gara non ero veloce e non riuscivo a trovare il ritmo; con il cambio gomme e il secondo run ho trovato il ritmo e soprattutto il grip al posteriore perch&eacute; abbiamo fatto una piccola modifica di set up, la moto ha iniziato a curvare meglio. Ma negli ultimi giri la moto ha cominciato a muoversi molto e non era facile da far curvare, ho visto Bautista che si avvicinava molto, all&rsquo;ultimo giro ho fatto 30&rdquo;3 che non &egrave; male ma non sono al limite.&rdquo;&nbsp; Razgatlioglu tra il pit stop di met&agrave; gara e una moto che &ldquo;non funziona&rdquo;  Se il pit stop di met&agrave; gara ha dato una mano a Toprak aiutandolo a guadagnare quel secondo importante su Bautista che gli ha permesso di controllarne il ritorno negli ultimi giri, dall&rsquo;altro lato il turco &egrave; conscio che senza pit stop avrebbe avuto molti problemi a terminare la gara. &ldquo;Non solo io ma penso tanti altri piloti sarebbero stati nei guai con le gomme, ma non Bulega che era veramente forte. Io e gli altri eravamo simili, forse Bautista sarebbe stato pi&ugrave; forte. Per la sicurezza era la cosa migliore&rdquo;. Nonostante una moto che a detta sua &ldquo;non funziona&rdquo;, Toprak ha chiuso secondo sia in Superpole che gara-1 mettendoci del suo come sempre. &ldquo;La moto non funziona perch&eacute; non sono veloce come l&rsquo;anno scorso, sono pi&ugrave; lento. Se torno al feeling dell&rsquo;anno scorso forse riesco a seguire Bulega in gara e a lottare con lui, magari chiudo secondo ma non combatto con gli altri piloti. Adesso guido spingendo al limite, perdo l&rsquo;anteriore e il posteriore, cerco di guidare la moto e cercare il limite ma non &egrave; facile. La mia tasca &egrave; vuota, ho usato tutto.&rdquo; Poi aggiunge sul fatto di essere al limite: &ldquo;Phillip Island non ha curve lente, non so come spiegarlo. Con Yamaha ho spinto sempre sulle frenate, ho usato tutta la moto. Con questa moto devo essere pi&ugrave; tranquillo ma cos&igrave; facendo non ne ho di pi&ugrave;, cerco di far curvare la moto e trovare il grip giusto. Se ci sono forti frenate posso mostrare il mio potenziale, qui ci sono solo due curve lente ma non &egrave; abbastanza.&rdquo;&nbsp; Razgatlioglu tra i desideri verso il test di Portimao, la lotta con Bulega e i problemi alla moto  A met&agrave; marzo ci sar&agrave; un test a Portimao in vista della gara sullo stesso tracciato dell&rsquo;Algarve a fine mese nel quale Toprak spera di avere novit&agrave; da BMW per ovviare alle difficolt&agrave; incontrate in questo inizio di stagione. &ldquo;Ho bisogno di notizie, perch&eacute; ora &egrave; strana la situazione. Da fuori non si vede, ma sulla moto &egrave; cambiato tutto. I dati sono completamente diversi e non &egrave; facile guidare la moto. In gara abbiamo fatto un buon lavoro, non me l&rsquo;aspettavo e per questo sono sorpreso ma non ne ho di pi&ugrave;. Se Ducati migliora un pochettino per domani penso di stare con loro, l&rsquo;unica cosa positiva per domani &egrave; che sar&agrave; un po&rsquo; pi&ugrave; fresco e per me &egrave; meglio. Probabilmente ci sar&agrave; un po&rsquo; pi&ugrave; di grip, vedremo. Ma &egrave; cos&igrave; per tutti.&rdquo; Poi aggiunge lanciando anche qualche frecciata: &ldquo;Al momento &egrave; difficile lottare per il titolo con questa moto, non so come saranno le gare in Europa. Phillip Island &egrave; sempre stata ostica per me, cerco di finire nella migliore posizione possibile. In Europa vedremo, ma al momento non &egrave; facile lottare con Bulega. L&rsquo;ho detto anche a Dorna, per lottare ho bisogno della mia moto, altrimenti Bulega vincer&agrave; tanto. Non &egrave; molto bilanciata la cosa, bisogna fare delle modifiche. In Europa Bulega &egrave; forte ma lo &egrave; anche Bautista.&rdquo; Su Bulega dice: &ldquo;Penso che Bulega avr&agrave; questo margine anche in Europa. L&rsquo;anno scorso &egrave; stato molto forte, quest&rsquo;anno ha migliorato e sta imparando e penso sia ancora pi&ugrave; forte.&rdquo; Infine, parlando dei problemi della moto spiega: &ldquo;Sulla moto il mio braccio sinistro fa male perch&eacute; &egrave; sempre in tensione in ogni curva. Non sono rilassato sulla moto, ogni ingresso curva e apertura di gas la moto si muove tantissimo. E&rsquo; cambiato tutto, la moto non curva. Non riesco a fare buoni tempi e di conseguenza non riesco a trovare un buon ritmo. E&rsquo; tutto distrutto.&rdquo;       

&ldquo;Ho il braccio sinistro che fa male perch&eacute; &egrave; sempre in tensione in ogni curva&rdquo; commenta il turco dopo il secondo posto di gara-1 alle spalle di Bulega

SBK Australia, Razgatlioglu: “Al momento è difficile lottare per il titolo con questa moto”

        Non solo Nicol&ograve; Bulega: c&rsquo;&egrave; tanta Italia anche ai piedi del podio di Gara 1 SBK a Phillip Island, con Danilo Petrucci che ha conquistato la quarta posizione davanti a Scott Redding e Andrea Iannone. Il ternano ha aperto la stagione con il ruolo di miglior Independent Rider, regolando nel finale il parimarca britannico. Un risultato per&ograve; non semplice da centrare, come raccontato da Danilo a fine corsa: &ldquo;Il passo gara &egrave; stato pi&ugrave; lento del previsto, non solo per me ma anche per gli altri, Nicol&ograve; compreso &ndash; ha esordito Petrux &ndash; come immaginavo, Bulega ha fatto un&rsquo;altra gara rispetto a noi, ma sono contento per il piazzamento ottenuto&rdquo;. &ldquo;Pensavo che avrei lottato con Toprak e Alvaro, ma in realt&agrave; ho sofferto parecchio a causa del forte caldo &ndash; ancora il #9 &ndash; alla fine &egrave; stato un buon risultato, non sono salito sul podio ma ho racimolato punti importanti&rdquo;.  SBK Phillip Island: Petrucci commenta Gara 1  Petrucci ha spiegato poi le difficolt&agrave; incontrate: &ldquo;Il ritmo era un secondo pi&ugrave; lento dei test, c&rsquo;era poco grip e non era possibile replicare quanto realizzato durante i collaudi, specie nelle curve&rdquo;. Ma non solo la scarsa aderenza: a mettere a dura prova Danilo ci ha pensato appunto anche il forte caldo australiano. &ldquo;Oggi sembrava di essere in Malesia o Indonesia, sinceramente spero di soffrire meno nelle gare domenicali. Negli ultimi sei giri &egrave; stato difficile, volevo il podio ma l&rsquo;errore era dietro l&rsquo;angolo e ho dovuto davvero stringere i denti. Se sono felice per il risultato di miglior pilota indipendente di giornata? Beh, in sostanza oggi significava andare al Parc Ferm&eacute; a bollire per il caldo &ndash; ha scherzato il ducatista &ndash; voglio dire, non volevo certo finire quinto, ma non vedevo l&rsquo;ora di tornare ai box e buttarmi nel ghiaccio&rdquo;. Infine un commento su Redding, superato da Petrucci nel finale nel vano tentativo di andare a riprendere Bautista. &ldquo;Non mi aspettavo Scott cos&igrave; veloce fin dalla prima gara, anche se tutti conosciamo il suo livello ed &egrave; un bene per lo spettacolo che sia tornato protagonista&rdquo;. Cosa fare per centrare il podio domani? &ldquo;Pi&ugrave; gas, meno freno (ride, nde) anche se non funziona sempre cos&igrave;&rdquo; ha concluso il trentaquattrenne.  SBK, altra tegola per Yamaha: Rea con correr&agrave; neanche a Portimao       

Danilo ha centrato il 4&deg; posto in Gara 1: "Giornata difficile a causa del forte caldo, sembrava di essere in Malesia o Indonesia. Bulega ha fatto una gara a parte"

SBK Phillip Island, Petrucci: "Non vedevo l'ora di tuffarmi nel ghiaccio"

        La stagione 2025 della Supersport inizia senza un vero e proprio padrone, tanti sono i nomi che affollano la parte alta della classifica molti di questi provenienti dal motomondiale come Bo Bendsneyder, Jaume Masia e Filippo Farioli. SBK, Reale: "Redding non &egrave; quello che appare sui social, top 5 costante l'obiettivo"  Supersport sempre pi&ugrave; classe di rilancio Da un lustro a questa parte, la Supersport &egrave; diventata un terreno fertile per i piloti provenienti dal motomondiale che per pi&ugrave; ragioni non sono riusciti ad esprimere il proprio potenziale in Moto2. Ad inaugurare questo passaggio senza dubbio &egrave; stato Andrea Locatelli che dopo tre stagioni prive di soddisfazioni in Moto2 nel 2020 &egrave; passato in Supersport centrando il titolo mondiale dopo aver vinto dodici manche su quindici corse in stagione. Una scelta quella del &ldquo;Loca&rdquo; che ha pagato ed &egrave; stata seguita da molti altri piloti come Dominique Aegerter (campione nel 2021 e 2022) e Nicol&ograve; Bulega (campione nel 2023) che ha portato tutti e tre a ricoprire il ruolo di piloti ufficiali in Superbike (la R1 del team GRT &egrave; di fatto una moto factory per cui Aegerter dispone della stessa moto di Locatelli). Ora dopo qualche anno con pi&ugrave; o meno gli stessi protagonisti a lottare per le posizioni di vertice, una nuova leva di piloti &egrave; arrivata dal motomondiale per prendersi la ribalta nel mondiale Supersport. Bo Bendsneyder si &egrave; accasato nel finale dello scorso anno sulla MV Agusta F3 800 ufficiale mettendosi subito in mostra ed iniziando il 2025 nel migliore dei mondi chiudendo al comando la due giorni di test prestagionali a Phillip Island. L&rsquo;olandese non &egrave; per&ograve; l&rsquo;unico exMoto2 nelle prime posizioni, alle sue spalle c&rsquo;&egrave; infatti Jaume Masia, anche lui rimasto senza una sella in Moto2 a causa della chiusura del team Gas Up. Della top6 dei test solo Valentin Debise non ha un passato recente nel motomondiale infatti Marcel Schrotter nonostante sia alla terza stagione in SSP (passato per&ograve; da MV Agusta a Ducati) ha militato per dieci stagioni in Moto2, chi nel motomondiale ci &egrave; rimasto un solo anno &egrave; invece Can Oncu che dopo una stagione in Moto3 &egrave; passato subito in SSP (pi&ugrave; per volere di Kenan Sofuoglu che suo) ed ora si trova sulla Yamaha R9 del team Evan Bros. Anche Filippo Farioli, dopo due sole stagioni in Moto3 senza particolare fortuna ha scelto la Supersport come classe di rilancio risultando subito molto veloce a Phillip Island tanto da chiudere i test al sesto posto sulla F3 800 ufficiale.  CIV, la corsa al tricolore del Broncos Racing Team parte dal teatro       

A pochi giorni dal via del mondiale SSP a Phillip Island i test prestagionali hanno evidenziato la grande competitivit&agrave; dei piloti provenienti da Moto3 e Moto2

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